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Prodotti Kiko: i buoni, i brutti e i cattivi!
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KIKO

Prodotti Kiko: i buoni, i brutti e i cattivi!

Dopo l’elenco dei miei prodotti Collistar top e flop, oggi tocca a Kiko.
Sono ben due anni che non acquisto più prodotti Kiko. Il che è un po’ uno shock, se penso che l’idea del blog mi era venuta proprio perché mancavano punti vendita e recensioni online.
Non che le mie recensioni dell’epoca fossero sto granché, eh.
Cosa è successo? Perché mi sono “disintossicata”?

Tralasciando inutili discorsi polemici sui comportamenti che ebbe l’azienda all’epoca dei fattacci, il motivo fondamentale per cui ho abbandonato è che i prodotti sono sempre gli stessi. Riproposti con packaging diverso, magari cambia un tantino la formulazione, ma concettualmente siamo là. Ho amato tantissimo diverse collezioni, dalla Out of this World alla Dashing Holidays, passando per la Lavish Oriental e altre, poi ho perso interesse.
Ho sempre difeso perfino le collezioni estive, che erano strutturate in un certo modo tutti gli anni e che tuttora funzionano così, poi mi sono stancata.
Dall’altro lato, capisco che parliamo di un brand che attira molto le persone giovani, quelle che si approcciano al make up e non sanno districarsi ancora bene, o quelle che devono fare un regalo e vogliono andare sul sicuro spendendo un po’ meno (anche se negli ultimi anni i prezzi, ogni tanto, sono saliti).
E comunque, non osate darmi della vecchia. Al massimo mi potete chiamare Signora. Signora Imperatrice.

Fatto sta che di prodotti Kiko ne ho provati assai, quindi mi sento di poter esprimere un parere in merito. Vorrei poter riportare esclusivamente prodotti attualmente presenti in linea permanente, ma dovrò fare delle eccezioni.
In verde segnalo i prodotti che preferisco, che uso/ho usato di più e che ricomprerei.
In arangiallo segnalo i prodotti che ho trovato buoni ma di cui, soprattutto a distanza di anni, potrei fare a meno.
In rosso i prodotti NO.


  • Skin Glow: presente nella LE Colours in the World e Rebel Romantic, una crema leggera e luminosa, profumatissima, che ravviva l’incarnato senza lasciarvi il mappone in faccia. Con la Rebel uscì anche la versione per il contorno occhi, la Eye Potion – ho gradito pure quella. Non so se attualmente esista un equivalente, ma non ditemelo, ho troppa roba da smaltire.
  • Double Glam: chi, chi non ha amato queste matite occhi? Ditemelo, che lo brucio vivo! Non ricordo se la primissima uscita fu quella della LE Siberian Flowers, ma da allora, ogni tanto vengono riproposte. Ci sono dei must have forevah and evah come la matita verde smeraldo e viola ametista, e delle new entry come quella con oro (mi pare) e borgogna. Insomma, se la formula è sempre quella, siamo in una botte di ferro.
  • Smart Lipstick: il n.92 lo portiamo nel cuore, noi della vecchia guardia. Era IL nude. Gli smart lipstick di adesso non hanno niente a che vedere con i loro fratelli di un tempo, proprio niente. Se li trovate ancora in giro e non sono andati a male, fate scorta. Il n.88 era un berry metallico favoloso, il n.96 la versione rosa e ancor più nude del 92. Sul sito sono disponibili nella versione improved.
  • Soft Touch Blush: il packaging nero e “gommoso” non mi è mai piaciuto, ma oh boy, che colori! Che scrivenza! Che durata! Questi blush, soprattutto il 112, sono imperdibili. Saranno ottimi anche quelli attualmente disponibili, ma questi erano un’altra cosa.
  • All Over Light: adesso tutte, compresa la sottoscritta, si gasano per Becca, Fenty, Anastasia o Benefit. Però un tempo esisteva solo lui! C’erano due o tre colorazioni, ma io sono rimasta fedele alla 03 – Oro. Questa cialda è catarifrangente. Poi The Balm è arrivata con Mary Lou e l’abbiamo messa nel cassetto. Ora negli store ci sono questi.
  • Ombretti mono: Kiko, sappi che già dalla prima formulazione io ho sperato che facessi un passo indietro. I primissimi ombretti mono erano da-paura. Chi ricorda il mitico n.41? Quello sì che era un viola col contropelo! Ne esistono di simili? Tutte a lamentarsi del fatto che macchiasse, quando questo nient’altro era che un problema di pigmentazione, come per il n.76. Voglio dire, l’ho usato tanto, ma non mi sono caduti gli occhi dalla faccia. Ero miope già da prima. Gli ombretti che vediamo ora… meh.
  • Smart Lip Pencil e Precison Lip Pencil: sia di prima che di seconda generazione, nel caso delle Smart. Molto carine, gamma colori abbastanza completa, prezzo contenuto. Le Precision sono di qualità leggermente superiore, a mio avviso. Ho un debole per la 709 fra le prime e la 306 fra le seconde.
  • Double Touch Lipstick: i precursori del rossetto liquido, dai. Ammettiamolo. 10 anni fa anche noi volevamo rossetti miracolosi, possibilmente opachi, che la mattina dopo i bagordi non se ne andassero se non a cannonate. E Kiko ce li ha dati! Non solo, ce li ha dati con un gloss abbinato, nel caso cambiassimo idea. Perché noi donne, si sa come funziona. Ecco la versione attuale.
  • Water Eyeshadow: in quante abbiamo acquistato Grey Wood ai tempi della Kaleidoscopic Optical Look? Tante, lo so. Eravamo tutte in cerca di un dupe per Satin Taupe di MAC, qualcosa del genere. Secondo me questa tipologia di ombretto è peggiorata nel tempo, mi ricordo che acquistai un borgogna e un salmone, ma non ero convintissima. Bagnati sono decisamente più interessanti!
  • Nail Lacquer: credo di averli (avuti) quasi tutti e mi sconvolge che Kiko abbia deciso di rimpiazzarli con i nuovi, che a me non piacciono. Sia perché mancano alcuni dei miei colori preferiti, sia per la formulazione e la durata, che non trovo eccellenti. La nuova versione mi entusiasma meno.
  • Curling Top Coat Mascara: l’ho consigliato a chiunque perché incurva veramente le ciglia. Certo, non sostituisce l’attrezzo infernale che somiglia a una tortura medievale, ma qualcosa fa! Comprato tantissime volte, soprattutto a saldi.
  • Long Lasting Stick Eyeshadow: anche in questo caso Kiko ha anticipato molte aziende, in Italia. Molto semplici, di tanti colori, resistentissimi anche senza primer, colori pieni dalla prima passata, facili da sfumare, pratici per un look on the go… che devo aggiungere?! Solo alcune LE hanno toppato in consistenza, ma possiamo perdonare.
  • Mascara Ultra Tech: a me è sempre piaciuto in tutte le sue versioni, compresa quella waterproof che è cemento armato per ciglia. Non se ne va nemmeno se immergete la faccia nell’olio EVO ma in compenso la curva delle ciglia permane più a lungo. Lo scovolino plasticoso mi ha sempre dato una mano a tenere le ciglia separate.
  • Unforgettable Mascara: parlando di curve, questo mascara ha proprio lo scovolino adatto! Abbraccia le ciglia, le aiuta a piegarsi in maniera molto dolce, separa abbastanza bene (anche se per le mie ciglia sono più adatte le setole in silicone, di solito) e il colore è nero nero. Anche questo, usatissimo e riacquistato tante volte, specialmente a saldi. Qui la versione attuale.
  • Smart Colour Mascara: prima aveva un nome diverso, ne sono quasi certa, ma non trovo grandi differenze in formula. Di solito uso il blu e il borgogna, solo sulle ciglia inferiori. Ottimo per cambiare look senza strafare.
  • Definition Eyeliner: ho una breve storia triste che lo riguarda. Comprato una volta e buttato dopo poco tempo perché sembrava colla. Fine.
  • Supercolor Eyeliner: devo riesumare la mia vecchissima recensione, ma li ho amati molto, si sappia. Il blu elettrico è stato fra i miei eyeliner preferiti in assoluto per anni. Unica pecca: si struccano a pallini, un po’ scomodo ma vabbè, ci passo su.
  • Perfect Eyes Duo Highlight Pencil: non sono una grande fan delle sopracciglia troppo disegnate e delineate con il correttore, ma sono una grande fan delle matite chiare come questa che danno un effetto liftante all’arcata. Basta poco prodotto, la matita è molto cremosa e si sfuma facilmente. Fa tranquillamente da base a colori sia opachi che shimmer.
  • Unlimited Foundation spf15: colorazione 15 – warm beige, all’epoca. Nzomma, troppo scuro e mi evidenziava tantissimo le imperfezioni del viso (leggere: pellicine). Applicato con pennello al posto della spugnetta era un po’ meglio, ma è rimasto là.

Menzioni d’onore:

  • Miami Beach Bronzer: questo COSO è sempre con me. No, non è finito, sono 20g di prodotto, non arrivo mai in fondo alla cialda. In compenso, è pieno di segni, unghiate, pennellate, tutto. Diciamo che il suo scopo primario è relativo allo specchio, comodissimo da tenere in borsa poiché enorme, ma anche la terra continua ad avere il suo fascino. Non fatemi prediche sulla scadenza, tanto non vi ascolto e non lo butto.
  • Silver Drops: le chiamo silver, ma come vedete dal link ce n’erano di altri colori. Bellissime e luminosissime, non proprio adatte per il viso a causa dei glitter molto evidenti (oh, se piace perché no?) ma sul corpo erano una bomba. La Digital Emotion è stata una bella LE.
  • Coral Bay: altra LE molto ben ruscita, a mio avviso. I rossetti 04 e 05 andavano a ruba, specialmente il corallo. Molto freschi, estivi, stranamente duraturi per essere così cremosi.
  • Mat Lipstick: vi ricordate com’erano i primi rossetti opachi Kiko? Quelli con il pack completamente in argento satinato, esatto. Il 222, rosso, è sempre stato il mio preferito.
  • Red Emotion Lipstick: un’altra LE che non so perché sia scomparsa così prematuramente. I Red Emotion erano rossetti dal pack completamente rosso, molto solido, prodotti in due finish: satin e sheer. I primi erano cremosi ma altamente pigmentati, i secondi sempre cremosi ma un po’ meno pieni. Fra i satinati ricordo benissimo l’arancione e il rosso (203-204-205), mentre fra gli altri andavano a ruba il rosa e il fucsia (106 e 107). Se non ricordo male, le colorazioni 102 e 103 riproponevano due rossetti della vecchissima LE Posh Couture.
  • Out of This World: la prima edizione limitata per cui mi sono effettivamente gasata moltissimo. I gloss “olografici” erano meravigliosi.
  • Unlimited Lipstick: NON quelli recenti, bensì quelli usciti con la Lavish Oriental. Li presi quasi tutti, colta da un raptus, perché erano nuovi (come formula) e ne sentivo parlare anche troppo bene. Non mi hanno mai delusa e quelli che sono arrivati successivamente non hanno nulla da spartire con gli originali. ZE-RO.
  • Siberian Flowers: lo so che sto citando le edizioni limitate più vecchie, ma erano anche le migliori. A parte la palette Cool Indigo Eccentricity, che acquistai perché i colori erano molto particolari (verde, blu, viola…) e che non ho poi potuto usare perché dire che la scrivenza è scarsa è ancora poco.

Potrei continuare per ore ma termino il post qui e vi chiedo: fra le nuove uscite, c’è qualcosa di imperdibile? Devo cedere a qualche tentazione, prima o poi?
Fatemi sapere!

 

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