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Di rossetti e di altri racconti fantastici: into the burning mind.
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CHIT CHAT

Di rossetti e di altri racconti fantastici: into the burning mind.

Oggettivamente, di fantastico in questo periodo c’è ben poco. Fra l’altro questa settimana cade anche venerdì 17, per i superstiziosi, e qualche venerdì 17 fa a me capitò una tragedia. Ma di quelle gravi, che si raccontano a poche persone.
A parte lo stato mentale che attualmente mi impedisce di fare ordine, sia fra i pensieri che fra le cose (nonché fra i rossetti – santo cielo, sono invasa), c’è anche tutta la questione relativa al Trono di Spade. Questa serie, che fantastica lo è, mi sta uccidendo.
Sono circondata di video-spiegoni, articoli più o meno belli, pagine di perculo, rewatch ossessivo-compulsivi e una buona parte di scazzo. Io non so se avete presente com’era la situazione ai tempi di LOST, ma siamo là:

“Ti piace? Non capisci un cazzo, non vedi che hanno rovinato i personaggi? Guarda che l’importante non è COSA ma COME!”
“Ah, quindi non ti piace? E perché, cosa avresti da ridire? Mah, non mi sembrano motivazioni che stanno in piedi.”

Che stanchezza.

Non ho voglia di dilungarmi su Daenerys perché di gente che mi risponde male senza motivo ne ho già parecchia.
Come pure non mi sento di essere la persona più adatta a sparare sentenze (pareri tecnici) su come è scritta una serie, non essendo io del settore (diverso dall’esprimere un parere personale).
Poi c’è tutta la questione dei libri di Martin, ma anche là se ti azzardi a dare qualsiasi opinione è subito apocalisse. Viva la democrazia.
Che poi io nemmeno la odio, Dany, solo che non è mai stata la mia preferita – e nemmeno una dei preferiti di Martin, a quanto pare. Semplicemente trovo che il fangirling sia un tantino eccessivo e non accetti critiche di alcun genere, a prescindere che siano fondate o meno.
Se avessi un centesimo per tutte le volte che ho sentito tirare merda addosso a Jon, sarei ricchissima.
E invece no, sono povera e ci rido su. Su Jon, eh, sul fatto di essere povera un po’ meno.

Quello che voglio fare, dopo la mega premessa, è parlare di make up perché sono nella cacca anche con il blog. Voglio dire, perché mai cambiare le abitudini che non mi hanno mai aiutata finora ed evolvermi, giusto?
Tolti i problemi vari, gli aggiornamenti grafici che non riesco a mettere in pratica sul sito e ste maledette serie tv, le traduzioni sono ciò che mi distoglie un po’ dal mio vero lavoro di biuti bloggher. State ridendo, lo so.
Il capo ride più forte di tutti perché sa che sono rimasta indietro.
E poi c’è il gatto dei vicini, che giustamente mi ha presa per la sua dispensa personale di cibo.

Fenty mi guarda dal cassetto, dove ci sono dei rossetti rimasti in attesa di recensione, ma ormai sapete che sono innamorata dei Mattemoiselle in tutte le loro forme.
Mulac è uscita con il nuovo mascara Black Mamba e altre Velvet Ink… secondo voi posso non prendermi Mistress?
Ho da parte alcuni kit Plushies+matita di Lime Crime già testati: un nude, un rosa e un rosso mattone. Forse ne ho anche un altro sul berry.
Fra le bozze dei prossimi articoli c’è Flower Beauty, perché una delle mie spaccine del cuore mi ha fatto il rifornimento.
Ovviamente non poteva mancare la palette in edizione limitata dedicata a Game of Thrones; avrei tanto voluto i pennelli, ma sono spariti subito. Urban Decay, se proprio non mi vuoi come affiliata, almeno produci più spade!
Ho già parlato di come fare acquisti su Colourpop e di quella volta in cui non mi è convenuto granché, ma non ho ancora avuto modo di parlare della miriade di ombretti che ho acquistato mesi fa con il 50% di sconto.
Allo stesso modo, avevo espresso una gioia immensa per il mio nuovo “hennè” del cuore, ma vorrei approfondire il discorso sui capelli parlando anche di olii, in particolare quello di cocco e quello di ricino (sì, quelli di ricino li uso entrambi da oltre un anno, ormai).

Olio di Cocco Vergine Biologico
Crudo 100%

Voto medio su 14 recensioni: Da non perdere

€ 12,08

Pur non utilizzando più il fondotinta in maniera costante come facevo prima, ogni tanto mi capita di prenderne uno nuovo da provare. Magari parleremo dei fondotinta adatti a pelli cadaveriche come la mia, ammesso di trovarne più di uno.
In compenso, i correttori sono molti e mi sta piacendo in maniera particolare lo Shape Tape di Tarte, che ho potuto provare sempre tramite spaccina.
Potrei anche scrivere di maschere in tessuto giapponesi (provenienti dal Giappone), di skincare by Pacifica, di rossetti H&M, di confronti fra illuminanti… Le idee non mi mancano. La vita un po’ sì.

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